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La leggenda vuole
che derivi il nome dalle mitiche Sirene, metà donne metà pesce,
che spingevano i naviganti a naufragare contro le sue rocce. Di
probabile origine greca, fu controllata dai romani nell'89 a. C. Sede vescovile dal 420, passò nel 552 ai bizantini, e dal IX
secolo fu un ducato autonomo, in lotta con le vicine città di
Amalfi e Salerno. Nel 1137 il ducato di Sorrento fu incorporato
nel regno normanno, e da allora seguì le sorti politiche di
Napoli.
Il centro storico mostra ancora il tracciato ortogonale delle
strade di origine romana, mentre verso monte è circondato dalle
mura cinquecentesche. Vi si trovano il Duomo, riedificato nel XV
secolo, con facciata neogotica, e la chiesa di San Francesco
d'Assisi, con un notevole chiostrino trecentesco. Nel museo
Correale sono esposte collezioni di reperti greci e romani e di
porcellane di Capodimonte, con una sezione di pittura del
XVII-XIX secolo; dal parco si gode inoltre una magnifica vista
sul golfo. Presso la Punta del Capo, 3 km a ovest, si trovano
resti romani ritenuti della villa di Pollio Felice (I secolo d.C.).
Un'altra villa marittima è la villa di Agrippa Postumo,
sotto l'attuale Hotel Syrene. La villa fu fatta costruire dallo
sfortunato nipote di Augusto. Attualmente si possono solo vedere
dei ruderi delle peschiere. La villa era parte di un vasto
complesso monumentale che poi fu inglobato nel monastero di San
Paolo.
Nel 1955 è stato
girato a Sorrento il film Pane amore e... regia di Dino
Risi con Sofia Loren e Vittorio De Sica. A Sorrento sono state
girate anche numerose scene della fiction "Capri" trasmessa
nell'autunno 2006 su rai 1. |
La storia
della canzone Torna a Surriento
A Sorrento è
dedicata una delle canzoni napoletane più celebri,
Torna a Surriento. La canzone fu composta per
la visita a Sorrento di Giuseppe Zanardelli,
all'epoca presidente del consiglio dei ministri, il
15 settembre 1902. Il sindaco della cittadina,
nonché proprietario dell'hotel presso cui Zanardelli
era alloggiato, richiese ai fratelli Gian Battista e
Ernesto De Curtis di comporre una canzone per
celebrare l'illustre ospite, con la speranza di
ottenere in cambio alcuni interventi a favore di
Sorrento, tra cui l'apertura di un ufficio postale.
Ernesto De Curtis recuperò una vecchia melodia che
aveva composto qualche anno prima, e il fratello
scrisse di getto un testo adatto all'occasione: così
nacque Torna a Surriento.
Il testo e la sua traduzione |
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